Iacucci (PD): figli coppie Gay sempre più discriminati in Italia

15-03-2023 19:28 -


Ieri, la commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento Ue per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l'adozione di un certificato europeo di filiazione. La risoluzione della maggioranza - contraria alla proposta di regolamento e presentata dal relatore, Giulio Terzi di FdI - è passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari.

Un atto gravissimo – a mio parere – che non tiene conto di una realtà sempre più diffusa e che restringe il campo dei diritti sulla pelle dei bambini. In Italia c'è ancora chi pensa, ed è al governo del nostro Paese, che debbano esistere figli di serie A di serie B. E ciò sulla base dell'orientamento sessuale dei genitori.
Una bocciatura che, in Europea, mette l'Italia sullo stesso piano di Polonia e Ungheria e conferma l'impostazione reazionaria e retrograda di questo Governo.
La proposta europea prevede che la genitorialità stabilita in uno Stato debba essere riconosciuta in qualunque altro Stato dell'Unione Europea, comprendendo anche il riconoscimento per i genitori dello stesso sesso. Lo scopo è quello di unificare le diverse legislazioni sul tema, altrimenti, passando da uno stato all'altro, una famiglia potrebbe perdere i diritti derivanti dalla genitorialità.

Insomma, questo Governo invoca l'Unione Europea quando deve lavarsi le mani dei migranti ma quando si tratta dei diritti delle persone preferisce discostarsi dalle indicazioni dell'UE.
In Italia la legge di riferimento per la fecondazione assistita è la legge 40 del 2004, approvata durante il secondo governo Berlusconi, tra le più restrittive d'Europa. La fecondazione assistita per i single, le coppie dello stesso sesso, le vedove e la maternità surrogata sono vietate.
Ciò nonostante, molte coppie omosessuali scelgono di avere dei figli ma per farlo devono affrontare un vero e proprio calvario.

Ad esempio, un bambino che è figlio di una coppia gay regolarmente residente in Spagna, dovrebbe essere considerato come figlio di entrambi i genitori anche nel caso la famiglia si trasferisse in Italia. Una cosa che può sembrare banalissima ma così non è. Quel bambino, arrivato in Italia, non avrebbe gli stessi diritti, non potrebbe, per esempio, ereditare in caso di morte dei genitori né entrambi i genitori avrebbero il diritto di legale rappresentante a scuola o per motivi di salute.
Dietro le battaglie ideologiche, le bandierine e gli slogan di questo governo ci sono famiglie, madri, padri, figli che vengono discriminati e penalizzati quotidianamente.

Non è consentito giocare sulla loro pelle e il Partito Democratico, sia a livello parlamentare sia sui territori, deve farsi promotore di una forte battaglia perché il campo dei diritti sia sempre più ampio e l'Italia più europea e meno "ungherese".


Franco Iacucci
Vicepresidente consiglio regionale della Calabria


Fonte: Redazione