Il Pd calabrese alle ultime politiche ha preso il 15,2%. Qual è lo stato di salute adesso? Su quel dato ha pesato sicuramente il vento nazionale ma è innegabile che il Pd nella nostra regione arrivi da una stagione difficile, segnata da scontri interni e ripetuti commissariamenti. Allo stesso tempo è evidente che con l’elezione di Nicola Irto a segretario si sia aperta una fase nuova, di cambiamento e di riorganizzazione, i cui frutti sono certo si inizieranno a vedere presto.
Cosa significa “organizzazione” per un partito al tempo dei social? Viviamo l’epoca della disintermediazione, ed è giusto sperimentare strumenti e linguaggi nuovi, ma è un errore pensare che questo significhi smobilitare completamente sul fronte organizzativo più tradizionale. La politica, soprattutto quella territoriale, sarà sempre caratterizzata da prossimità e radicamento. Per questo i circoli devo tornare ad essere dei punti di riferimento nelle comunità, di militanza ed elaborazione politica. E le Federazioni sempre più luogo di sintesi e coordinamento, per fare rete.
Avete comunque una consistente pattuglia di amministratori.
Sono la nostra forza, una straordinaria miniera di competenze e passione. Spesso il compito di tenere alta la bandiera del partito è gravata esclusivamente sulle loro spalle, e per questo meritano solo gratitudine. Ma è giusto che il Pd, ad ogni livello, non sia solo fatto dagli eletti, anzi c’è bisogno che il partito recuperi ruolo e autonomia, aprendosi alla partecipazione di tanti, avvicinando nuove energie. Bisogna spalancare porte e finestre a chi ha voglia di impegnarsi, e dialogare con le parti sociali, l’associazionismo, il mondo della cultura e del volontariato.
In che modo vorreste farlo?
Con umiltà, mettendosi in ascolto dei calabresi. Non è il lavoro di un giorno ma questo è il percorso intrapreso. Penso a segnali di un cambiamento di metodo che sta portando avanti l’intera squadra della segreteria regionale., Per esempio si sono costituiti i dipartimenti sui principali temi, aprendo permanentemente al contributo degli iscritti, per scambiarsi idee e buone pratiche, (in vista anche dell’Assemblea Programmatica che è già in cantiere) su questo ringrazio Italo Reale per il prezioso contributo.Un altro esempio: l’attenzione alle nuove generazioni: i nostri giovani, il mondo della scuola e dell’Università. Abbiamo tanti ragazzi e ragazze di valore negli organismi accademici e nelle rappresentanze studentesche, dobbiamo valorizzarli sempre di più. E poi ci aspetta, come indicato dalla Segretaria Elly Schlen, un’estate militante. Saranno molti gli appuntamenti di mobilitazione e le inziative di ascolto e confronto.
Quindi di nuovo in campo per proporre un’alternativa alla Regione di Occhiuto?
Assolutamente si, il giudizio sulla Giunta Occhiuto è profondamente negativo. Pensiamo alle condizioni drammatiche della nostra sanità: dopo due anni di governo della destra alibi e scaricabarile non reggono più. Per non parlare della subalternità al Governo nazionale, che si sta rivelando nemico del mezzogiorno a cominciare dalla cosiddetta riforma dell’autonomia differenziata” del ministro Calderoli che aumenterà disuguaglianze e divari.