Covid: focolaio all’ospedale di Crotone, in azione gli ispettori della Regione

23-02-2022 20:08 -

Ispettori regionali in azione all’ospedale di Crotone. Da questa mattina due ispettori, inviati dalla Regione Calabria, sono arrivati a Crotone per fare chiarezza sulla situazione venutasi a creare nel reparto di Medicina in seguito allo scoppio di un focolaio di Covid. La delegazione inviata dalla Regione è composta da una funzionaria, che lavoro presso la sezione ospedaliera del Dipartimento regionale, e dal dirigente medico responsabile del risk management dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria. I due ispettori stanno sentendo tutti le persone coinvolte. Le audizioni si stanno tenendo nel salone della biblioteca del “San Giovanni di Dio”. I soggetti da ascoltare vengono fatti entrare una alla volta. Ovviamente tutta l’attività è coperta dal massimo riserbo e ci vorrà sicuramente tempo per conoscere il risultato dell’ispezione.
A denunciare quanto è successo nel reparto di Medicina del nosocomio è stato il segretario provinciale della Fials, Franco Sarcone, con una nota inviata lo scorso 16 febbraio, al commissario dell’Azienda sanitaria pitagorica, Domenico Sperlì, e ai vertici dell’ospedale. Nel documento inviato ai vertici aziendali ed ospedalieri il sindacalista ha definito la situazione, venutasi a creare a causa della diffusione del contagio, “gravissima”.
Il focolaio è stato scoperto lo scorso 15 febbraio quando sono risultati positivi al Covid-19 tredici sanitari (medici, infermieri e Oss) e nove pazienti ricoverati nel reparto. I malati sono stati immediatamente trasferiti nel reparto Covid dell’ospedale, magari intasandolo, mentre i medici sono stati messi in quarantena. Appena si è diffusa la notizia la Regione Calabria è intervenuta chiedendo una relazione sull’accaduto. Il giorno dopo, il 16 febbraio scorso, il contagio tra i sanitari è cresciuto di altri quattro unità (tre medici ed un infermiere), mentre sono stati fermati del tutto i ricoveri e, quindi, anche il contagio tra i pazienti.
È stato questo nuovo balzo in avanti della diffusione del virus a convincere i dirigenti della Regione a disporre l’ispezione che si sta tenendo oggi. Gli ispettori probabilmente hanno avuto l’incarico di accertare se vi siano delle responsabilità nella diffusione del contagio, alla luce anche delle cose scritte da Sarcone e in particolare «l’atteggiamento di alcuni dirigenti sanitari nella gestione e prevenzione del focolaio stesso per la tutela del personale medico, infermieristico ed Oss» non solo del reparto di Medicina ma anche del resto dell’ospedale.
«La scrivente organizzazione sindacale – si legge nel documento firmato da Sarcone – non vuole strumentalizzare l’accaduto, ma denunciare le falle del sistema o del modello organizzativo attuato fino ad oggi, che rasenta e molte volte sfiora l’illegalità”. Il problema, a parere di Sarcone, sarebbe stato determinato dal fatto che sarebbero stati negati al primario del reparto di Medicina i tamponi Antigienici per potere effettuare lo screening di tutto il personale non ancora positivo e degli altri pazienti, «al fine di interrompere la catena di contagio».
«Non sappiamo cosa sia avvenuto – aggiunge Sarcone – ma dopo reiterate richieste di approvvigionamento tamponi ed invio di ulteriori richieste di elenchi di personale ….i famosi tamponi non sono arrivati e sembra che inizialmente ci sia stato un diniego da parte dei dirigenti sanitari preposti a tale compito. I tamponi, come sottolinea lo stesso sindacalista, sono arrivati il giorno dopo quanto altri pazienti e operatori» sarebbero risultati positivi.
Secondo quanto è stato possibile apprendere, il giorno dopo, c’è stato l’intervento del commissario Sperlì che ha subito disposto l’assegnazione dei tamponi al reparto da parte del servizio farmaceutico ospedaliero. Evidentemente Sperlì potrebbe non essere stato informato, in tempo reale, della richiesta dei tamponi da parte del primario del reparto.