Sanità: i Medici chiedono ad Occhiuto un cambio di rotta

14-03-2022 17:00 -

È quanto afferma il segretario generale della Federazione italiana sindacato medici unitaria (Fismu), Francesco Esposito, in una lettera aperta rivolta al presidente della Regione e commissario per la sanità Roberto Occhiuto.

«Serve un cambio di rotta perché uno dei problemi nodali del Sistema sanitario regionale è che a fronte di una tutela dello stato di salute relativamente efficace, la risposta ai bisogni/domanda dei cittadini trova la propria sede privilegiata nell'ospedale, con il risultato di determinare sacche di inappropriatezza e conseguente lievitazione dei costi e con il risultato secondario di limitare le effettive capacità degli ospedali a trattare una casistica appropriata e complessa».

«La linea strategica di un progetto tendente a modificare tale situazione - prosegue Esposito - è nella individuazione di un meccanismo capace di migliorare le prestazioni complesse e di reperire risorse. Il fulcro di tale meccanismo è la creazione di una assistenza sul territorio nella quale trovino spazio, non solo le attività di prevenzione, di assistenza sanitaria di base e di integrazione socio-sanitaria, ma anche la gran parte delle attività specialistiche di I livello, tale da rappresentare il luogo di risposta allo stato di salute e che rappresenti il filtro verso le attività di II e III livello, proprie degli ospedali. Un tale approccio comporta necessariamente la ridefinizione della rete ospedaliera e la definizione del ruolo centrale del territorio, che fino ad oggi ha visto nei documenti programmatori dei Commissari ad acta un luogo di compromesso non virtuoso tra esigenze generali del sistema, campanilismi o, addirittura, interessi di singoli».

«Lei, signor presidente, ha precisamente individuato - prosegue Esposito - con correttezza ed onestà intellettuale durante la campagna elettorale le problematiche, i punti di debolezza e le aree critiche del sistema regionale calabrese: situazione economico-finanziaria con un deficit tendenziale di circa 300 milioni di euro; spesa per il livello di assistenza ospedaliera considerevolmente più elevato rispetto al previsto; rete ospedaliera ancora inadeguata sia per il numero e la collocazione logistica degli ospedali che per il numero e tipologia di posti letto rispetto agli standard di riferimento ed alle necessità assistenziali; ritardi nell'avvio e nell'attuazione del modello assistenziale ed organizzativo dell'assistenza distrettuale; differenze di accesso ai servizi e della qualità degli stessi nelle varie aree della regione; efficacia degli interventi di emergenza; consistente mobilità sanitaria passiva verso altre regioni spesso anche per interventi di complessità medio bassa o eseguibili anche nei presidi pubblici e privati della regione».

«Nel tentativo di dare risposte ad alcune delle criticità ricordate - sostiene il segretario generale Fismu - stanno circolando in questi giorni ipotesi di numerose strutture territoriali da finanziare con i fondi del Pnrr (Case di Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali operative territoriali). Ora ci chiediamo se l'ipotesi messa in campo sia stata preceduta da una programmazione basata su rilevazioni epidemiologiche ed analisi del fabbisogno sanitario e del contesto socioeconomico, aziendali e regionali, fattori indispensabili, evidentemente, per poter ragionevolmente sostenere una simile quantità di investimenti. Non vorremmo davvero che gli investimenti disponibili siano considerati il fine e non un mezzo con il rischio imperdonabile di sprecare risorse».



Fonte: Redazione