Caporalato: 15 arresti in Calabria (NOMI e VIDEO)

31-03-2022 10:04 -

Quindici euro per dodici ore di lavoro, durissimo, nei campi. Sono accusate di sfruttamento del lavoro, minacce ed estorsioni le quindici persone arrestate dai Carabinieri tra le province di Cosenza, Matera e Crotone, nel corso una vasta operazione contro il caporalato. Gli arresti sono stati effettuati nei comuni di Crosia, Corigliano-Rossano, Celico, Spezzano della Sila, Policoro, Strongoli, Cirò Marina e Crotone, mettendo in luce una pratica diffusissima ma troppo spesso tollerata. Sei persone sono finite in carcere; nove ai domiciliari. E contestualmente sono stati sequestrati beni e quote aziendali di 10 imprese che operano nel settore agricolo (4 in provincia di Cosenza, 5 in provincia di Crotone ed 1 in provincia di Matera), oltre che 5 veicoli utilizzati dai “caporali” per il trasporto degli operai impiegati in nero. L'ammontare complessivo dei beni sequestrati è di circa 15 milioni di euro.

Nel corso dell'indagine, spiega una nota della Procura di Castrovillari, è emerso il “reiterato ricorso a minacce, anche di morte e ad atti di violenza da parte degli indagati per costringere le vittime ad accettare pagamenti dalle 15 alle 30 euro a fronte di oltre 12 ore di lavoro nei campi”, prospettando in caso contrario il licenziamento. Evidenziate anche “ripetute violazioni in materia di igiene e sicurezza dei posti di lavoro (in quanto mai sottoposti a visita medica neanche in caso di infortuni). In un caso è stata negata assistenza ad un lavoratore che si era infortunato ad una gama dopo aver caricato oltre 630 cassette di pomodoro”. Inoltre, prosegue la nota, “i caporali esigevano la restituzione di parte dello stipendio dai lavoratori, ed istruivano gli stessi nel caso di eventuali controlli delle forze dell'ordine”.

“Nel corso dell'indagine – scrive il procuratore Alessandro D'Alessio – si è toccato con mano la drammaticità della piaga dell'intermediazione nel lavoro, al fine di sfruttare la manodopera di lavoratori di varie nazionalità costretti per necessità a subire condizioni di lavoro estenuanti, retribuito con paghe assai misere, della quali si approfittavano i caporali”

L'inchiesta è scaturita da un'indagine avviata dalla Stazione Carabinieri di Mirto Crosia, condotta con il Comando Carabinieri tutela del Lavoro di Cosenza e coordinata dalla Procura di Castrovillari. Riguarda un periodo di tempo che va dal 2018 fino al 2021, ed è stata corroborata dalle denunce e dalle testimonianze dei lavoratori.

Tre anni di indagini e i racconti delle vittime L'inchiesta nasce da un'indagine dei carabinieri di Mirto Crosia, condotta in sinergia con i militari del Comando carabinieri Tutela del lavoro di Cosenza, e ha permesso di disvelare il fenomeno dell'impiego di lavoratori in condizioni illecite da parte di aziende del Cosentino, del Crotonese e del Materano. Il meccanismo è quello dell'attività di reclutamento da parte dei caporali. Sono tre gli anni presi in esame dall'inchieste: le condotte analizzate, infatti, vanno dalla seconda metà del 2018 al 2021. I militari, riguardo a questo periodo, hanno raccolto le denunce dei lavoratori, vittime innocenti di un sistema ben organizzato e strutturato.

Custodia cautelare in carcere

Pino Pugliese, residente a Crosia
Aurina Corina Olteanu, residente a Crosia
Pasquale Pometti, residente a Crosia
Luigi Romano, residente a Crosia
Slavcho Ivanov Metodiev, residente a Crosia
Alfonso Francesco Scarcella, residente a Corigliano Rossano

Custodia cautelare ai domiciliari
Pasqualino Giuseppe Piscitelli, residente a Crosia
Giovanni Nardiello, residente a Policoro
Saverio Grillo, residente a Celico
Salvatore Cipparrone, residente a Spezzano della Sila
Pasquale Vulcano, residente a Crosia
Antonio Dottore, residente a Cirò Marina
Giuseppe Laratta, residente a Crotone
Gennaro Buffone, residente a Corigliano Rossano
Gaetano De Tursi, residente a Strongoli


Fonte: Redazione