Navi russe nello Ionio: cosa sta succedendo davanti a noi

06-04-2022 10:50 -

L'incrociatore “Varyag” a 400 miglia dalla costa calabrese.

In tutto il Mediterraneo c'è una guerra di strategia silenziosa, lontano dai riflettori mediatici della guerra sul terreno. E' la sfida navale tra Russia e Nato, che prosegue dall'inizio del conflitto. Da quando la Turchia ha vietato l'attraversamento del Bosforo alle unità militari, la grande flotta russa si muove anche su altri percorsi. Sembra più un gioco navale da "risiko": si tratta di vascelli che si muovono nelle aree di pertinenza della flotta statunitense ed occidentale, spesso senza neanche incrociarsi, ma nel gioco di reciproche influenze sullo scacchiere internazionale, è un modo per marcare la presenza russa in zone dove ci sono anche le navi Nato.

A segnalarne la presenza - ultim'ora di ieri, 4 Aprile - è un network - presente su blog e account twitter in contatto tra loro - di ex militari, militari ed appassionati di marina che usa la cosiddetta "intelligence open source" (cioè disponibile, aperta) per tracciare tutti i movimenti della flotta russa in campo nel conflitto russo-ucraino.

L'incrociatore “Varyag” a 400 miglia nautiche dalle coste italianeAprendo l'immagine (scaricata da siti di libero accesso con riprese dai satelliti e network), si vede chiaramente una nave russa nei pressi di Cipro - la "Vice ammiraglia Paromov" - di fronte alla costa di Tartus (il secondo porto della Siria), e più a sinistra della mappa, ben tre navi di Mosca situate nei dintorni dell'isola di Creta, l'incrociatore missilistico "Marshal Ustinov", la corvetta di classe Svijazhsk, "Nuyian M", e soprattutto l'incrociatore russo Varyag, posizionato a circa 400 miglia nautiche di distanza dallo Stivale: la costa della Calabria.

In tutto il Mediterraneo c'è una guerra di strategia silenziosa, lontano dai riflettori mediatici della guerra sul terreno. E' la sfida navale tra Russia e Nato, che prosegue dall'inizio del conflitto. Da quando la Turchia ha vietato l'attraversamento del Bosforo alle unità militari, la grande flotta russa si muove anche su altri percorsi. Sembra più un gioco navale da "risiko": si tratta di vascelli che si muovono nelle aree di pertinenza della flotta statunitense ed occidentale, spesso senza neanche incrociarsi, ma nel gioco di reciproche influenze sullo scacchiere internazionale, è un modo per marcare la presenza russa in zone dove ci sono anche le navi Nato.

A segnalarne la presenza - ultim'ora di ieri, 4 Aprile - è un network - presente su blog e account twitter in contatto tra loro - di ex militari, militari ed appassionati di marina che usa la cosiddetta "intelligence open source" (cioè disponibile, aperta) per tracciare tutti i movimenti della flotta russa in campo nel conflitto russo-ucraino.

L'incrociatore “Varyag” a 400 miglia nautiche dalle coste italianeAprendo l'immagine (scaricata da siti di libero accesso con riprese dai satelliti e network), si vede chiaramente una nave russa nei pressi di Cipro - la "Vice ammiraglia Paromov" - di fronte alla costa di Tartus (il secondo porto della Siria), e più a sinistra della mappa, ben tre navi di Mosca situate nei dintorni dell'isola di Creta, l'incrociatore missilistico "Marshal Ustinov", la corvetta di classe Svijazhsk, "Nuyian M", e soprattutto l'incrociatore russo Varyag, posizionato a circa 400 miglia nautiche di distanza dallo Stivale: la costa della Calabria.

Il tweet di James Phillips, storico navale, dove si mostra la posizione della nave russa Vyazma (dal nome di una città della Russia occidentale), avvistata dalla petroliera "NOR FLT" nei pressi appunto dell'isola cipriota. Nel messaggio, viene segnalata anche la "Vice ammiraglio Paramov", con tanto di localizzazione esatta nella mappa del mare.

Come si fa a tracciare la flotta"L'uso di intelligence open source, che include immagini e dati pubblicamente disponibili, si traduce in rapporti in tempo reale sulla guerra in Ucraina su scala sempre più ampia", scrive in un articolo Alison Bath, esperta di marina, e redattrice del giornale Star & Stripes (stelle e strisce), che dal secondo dopoguerra fornisce "notizie e informazioni indipendenti alla comunità militare statunitense", ed è unica tra le testate giornalistiche autorizzate dal Dipartimento della Difesa Usa. E così - continua Bath - "gli analisti dell'intelligence dei cittadini sta mettendo in luce il ruolo della marina russa nella guerra contro l'Ucraina, utilizzando le informazioni pubblicamente disponibili, per riferire su lanci di missili, blocchi ed altre azioni nel Mar Nero e nel Mediterraneo".

Le informazioni sono raccolte utilizzando appunto "l'intelligence open source" - chiamata con l'acromimo OSINT - ed "offrono uno sguardo alle attività di guerra marittima della Russia e talvolta sfidano le informazioni rilasciate da fonti governative". Una copertura quasi in tempo reale dell'invasione russa, iniziata il 24 Febbraio.

Il tweet di un altro "analista" - cittadino, sempre americano, H.I. Sutton, dove si segnala che "La petroliera Vyazma è in stallo accanto a due navi della Marina russa ad Est di Cipro. In questo momento Vyazma sta navigando verso una petroliera della marina di Mosca".

In questo caso l'imbarcazione - omonima dell'incrociatore situato nei pressi di Creta - sembra avere avuto problemi, e si sta recando verso una zona dove gli verrà fornita l'assistenza tecnica.

Gli “analisti” di OsintSi definisce "analista della difesa, esperto in sottomarini ed autore di libri", ma Sutton - come una pletora di altri "liberi analisti" di guerra, è seriamente tenuto in considerazione anche da Washington. Secondo la rete di utenti - spesso ex militari della marina - la lunga permanenza delle navi russe lontano dalla patria starebbe creando difficoltà per la manutenzione dei mezzi: “Un sottomarino classe Kilo è stato fotografato in superficie dai satelliti in prossimità della costa orientale di Cipro”.

Il tracciamento delle navi russe non costituisce ancora un fondato elemento che provi un'espansione strategica di Putin verso le coste italiane, ma certo che se solo il presidente russo si affacciasse nell'alto Mediterraneo, i liberi analisti dell'Osint sarebbero i primi a saperlo.



Fonte: Redazione